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giovedì 25 febbraio 2010

Urbino, Urbino




Oggi a Urbino piove. E c'è la nebbia. Non è una novità. Anzi rispetto ai giorni scorsi si può dire che il tempo sia migliorato. E' nevicato spesso questo inverno. La neve è uno dei più bei vestiti che questi posti può indossare finchè si è al chiuso di un'aula o nella casa in cui si vive. Diventa un disagio enorme quando si deve uscire e spostarsi in macchina.

E così qualche giorno fa ero in macchina proprio mentre le strade cominciavano a trasformarsi in campi per il pattinaggio sul ghiaccio. All'andatura di circa 5 km orari ho raggiunto la via dove si trova la casa dove sono in affitto. Per arrivare al cortile interno dove di solito parcheggio c'era da fare una strada non asfaltata, piena di buche e, in quel giorno, anche di neve.

Così ho parcheggiato la macchina poco più giù. C'era uno spiazzo al bordo della strada dove era parcheggiata un'altra macchina. Mentre facevo manovra con la cautela del caso, dalla finestra della casa di fronte una vecchia ha cominciato a urlare. All'inizio, il finestrino chiuso e la canzone dalla radio coprivano le sue parole. Poi le ho sentite. "Parcheggiati meglio..non mettere la macchina così..lì c'è posto per un'altra".

Per chi non è abituato a guidare sulla neve, posso assicurare che è un'esperienza stressante. E una volta raggiunto l'obiettivo, dover mantenere la calma di fronte a una vecchia che pretende che si faccia manovra a 300 km/h (già di per sè complicato) per di più sulla neve, lo stress potrebbe raggiungere livelli di guardia.

Nonostante questo ho finito la manovra (sotto l'attenta sorveglianza della vecchia che mi controllava dalla finestra) e mi sono incamminato verso casa. Mi sono accorto solo a quel punto che c'era un altro vecchio che mi controllava da dietro la porta di casa aperta di poco. Mi ha guardato, e una volta arrivato all'altezza della porta, l'ha prontamente chiusa.

Perchè racconto questa storia? Perchè questa è Urbino. Una cittadina che dovrebbe essere abituata allo sconosciuto (come racconto nel primo capitolo di questa storia, qui gli studenti sono 15.000 esattamente come gli abitanti), controlla l'uscio di casa come si controlla un confine in tempo di guerra. Qui dove dovrebbe sorgere un "campus universitario", si "squadra" il passante come forse avviene ormai solo nei paesini di Sicilia e Calabria. Qui dove sorge una delle più antiche università italiane, si pensa che il parcheggio di fronte casa sia di proprietà privata senza averne nessun diritto, si pensa sia un limite invalicabile per chiunque.

Qui lo studente, una delle poche fonti di reddito degli abitanti e sicuramente una delle più redditizie grazie soprattutto agli affitti, è visto, "squadrato", controllato come il peggiore dei criminali.

Stiano tranquilli, gli urbinati. Noi siamo di passaggio. Presto li lasceremo soli, come forse meritano di stare.

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